mercoledì 31 dicembre 2014

Il Biologico: questo sconosciuto

Si sente tanto parlare in giro di "biologico": allevamenti, coltivazioni, agricoltura, prodotti "BIO". Ma siamo sicuri di sapere di cosa si tratta?

Innanzitutto diciamo di cosa NON si tratta: 
Biologico non è sinonimo di light. Mangiare biologico non significa "dimagrire".
Biologico non è sinonimo di "non fa male". O, meglio, in presenza di una specifica patologia per la quale è controindicata l'assunzione di un determinato alimento (es. nella celiachia, nell'intolleranza al lattosio, nelle allergie, ecc) il divieto rimane anche per le versioni "BIO" dello stesso alimento.
Biologico non è pulito, almeno non completamente. Anche un frutto o un ortaggio biologici necessitano di lavaggio prima del consumo, perché potrebbe essersi depositata della polvere o perché potrebbero essere stati maneggiati da mani "sconosciute", per cui la buona prassi igienica prevede SEMPRE e COMUNQUE il lavaggio pre-consumo.

Detto cosa NON E' il biologico possiamo, ora, passare al cosa E'.

Le produzioni biologiche hanno iniziato a prendere piede da quando si è sviluppata una maggiore consapevolezza che i pesticidi, gli erbicidi, gli anticrittogamici, gli insetticidi, i farmaci che tanto hanno aiutato le produzioni agricole ed animali, proteggendole dai patogeni, se arrivavano ad uccidere gli organismi nocivi, probabilmente tanto bene non dovevano fare a chi mangiava quei prodotti trattati senza avere cura di pulirli a fondo. 

Quali sono i problemi legati all'ingestione di queste sostanze? Innanzitutto il rischio di intossicazione e avvelenamento da sostanza chimica, per concentrazioni molto elevate. Ma anche laddove i residui siano ridotti al minimo, se questo minimo viene, in ogni caso, consumato in maniera costante e cronica per una vita intera, può interferire con i sistemi endocrini del nostro organismo, causando disfunzioni o insorgenza di patologie, anche gravi.

A livello legislativo la comparsa di una norma relativa alle produzioni biologiche risale al 1991, con il Regolamento CEE n.2092, sostituito nel 2007 dal Regolamento CE n.834 e nel 2008 dal Regolamento CE n. 889, mentre nella normativa italiana è apparso nel 2009 con il D.M. 18354.

Il principio di base delle produzioni biologiche è il rispetto della natura, delle sue creature, dei suoi ambienti, delle sue leggi. Niente di sintetico e di intensivo deve intervenire nelle produzioni biologiche e sia gli animali che i vegetali non devono subire alcun maltrattamento durante la loro vita.

Le coltivazioni devono essere spontanee, non forzate da fertilizzanti di sintesi industriali, ma alimentate solo con prodotti naturali, residui di materiale organico, compost, letame. Non devono essere utilizzati pesticidi, fitofarmaci né alcuna altra sostanza di sintesi industriale, ma le coltivazioni devono essere preservate con metodi naturali, attraverso la scelta di specie più resistenti, la rotazione delle coltivazioni (ovvero non si coltiva due volte lo stesso prodotto nello stesso posto per evitare la colonizzazione dei patogeni specifici per quel vegetale), la disposizione delle varie coltivazioni in modo che una pianta sia repellente per il patogeno della pianta accanto, la plantumazione, intorno al campo coltivato, di specie arboree ed arbustive che siano da habitat per i predatori dei patogeni. 
Quando dovesse essere necessario intervenire con sostanze esterne,  è necessario che queste siano di origine naturale, estratti di piante, farina di roccia o minerali naturali. Il terreno non deve essere sfruttato in maniera intensiva, ma solo per quel che è in grado di dare.
In ogni caso, il Regolamento Europeo prevede una lista (detta lista positiva) di tutti i prodotti di origine naturale autorizzati per le coltivazioni biologiche.

Per quanto riguarda gli allevamenti biologici il principio di base è rispettare l'animale, i suoi ritmi, il suo habitat, i suoi tempi e le sue caratteristiche. Non esiste allevamento intensivo, gli animali vivono nel proprio habitat naturale, non vengono trattati con antibiotici, ormoni né alcuna altra sostanza che interferisca con il loro processo di crescita e di produzione (naturalmente in caso di necessità è consentito l'intervento veterinario per la cura di un singolo animale). Gli animali vivono in numero proporzionale allo spazio a loro disposizione, in caso di trasferimento il tragitto deve essere il più breve possibile, non devono essere maltrattati, forzati né devono essere loro somministrati tranquillanti durante il viaggio. L'alimentazione deve essere bilanciata e deve rispecchiare gli effettivi fabbisogni della specie e non deve includere alimenti arricchiti artificialmente, contenenti ormoni o farmaci di alcun tipo, non deve contenere residui animali (ad eccezione di latte e prodotti lattiero - caseari) né organismi geneticamente modificati. Naturalmente anche il cibo per gli animali di un allevamento biologico deve provenire da una coltivazione biologica.