giovedì 11 settembre 2014

Conseguenze dell'esposizione agli interferenti endocrini: cosa sappiamo?

Secondo l'Health and Environment Alliance (HEAL), numerosi studi sperimentali ed epidemiologici riguardanti gli interferenti endocrini ed i loro effetti sulla salute hanno evidenziato che le malattie maggiormente correlate all'esposizione a queste sostanze sono:

  1. Disturbi riproduttivi femminili e maschili, compresa la bassa conta spermatica, con rischio di infertilità;
  2. Tumori della prostata, della mammella e dei testicoli;
  3. Anomalie anatomiche del pene e dei testicoli nei neonati;
  4. Disturbi comportamentali nei bambini come autismo e ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività)
  5. Obesità e diabete di tipo II
I trend per queste patologie sono in aumento in tutti i Paesi e sono stati registrati, nei bambini, anche problemi nello sviluppo intellettivo.
Nel loro insieme gli IE contribuiscono alle malattie per le quali sono stati chiamati in causa per una percentuale di casi che va dal 2 al 5%; se quest’ultima fosse la stima corretta, significherebbe che ogni anno in Europa si spendono 31 miliardi di euro per curare malattie evitabili.
Del resto, anche secondo l’OMS, l’esposizione a queste sostanze rappresenta una minaccia alla salute globale, dal momento che si trovano ovunque, dai cosmetici agli imballaggi e ai contenitori per alimenti, dai cibi alle bevande, dai giocattoli a moltissime plastiche. 
L’Europa sta dibattendo su una strategia efficiente, basata su test in vitro in grado di identificare i possibili IE. Per esempio, un aspetto ancora da sviluppare è quello dell’identificazione di meccanismi di tossicità correlabili alla sindrome metabolica. Un altro aspetto critico è l’indubbia utilità da un punto di vista produttivo di alcuni IE come il bisfenolo A quando si usa come come additivo nelle plastiche, compresi molti materiali a contatto con gli alimenti . Ci sono anche alcuni pesticidi che hanno effetti endocrini (ad es., triazoli, dicarbossimidi, mancozeb) ma che svolgono un ruolo molto importante per la difesa delle coltivazioni. Non si tratta quindi di sostanze da vietare tout court, ma da sostituire con altre più sicure. È evidente che una sostituzione frettolosa in nome del principio di precauzione con sostanze non adeguatamente studiate e sperimentate potrebbe creare problemi di sicurezza a posteriori ugualmente preoccupanti.

Bibliografia:
www.ilfattoalimentare.it
ISS, Previeni, Studio in aree pilota sui riflessi ambientali e sanitari di alcuni contaminanti chimici emergenti (interferenti endocrini): ambiente di vita, esiti riproduttivi e ripercussioni nell'età evolutiva.



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